mercoledì 23 novembre 2011

UN OCCHIO…CRITICO!

(scusatemi…sarò lungo!)

occhio critico Così no! Così mai più!

Non mi spoglio della mia parte di responsabilità (anzi…)e non mi elevo a giudice assoluto ma,pur essendo parte in causa,penso (purtroppo…) di avere un “occhio critico” e obbiettivo (almeno “critico,a veder dalla foto…sì!!).

La nostra è una squadra che non guarirà mai dei propri difetti,non debellerà mai definitivamente quei “virus” che si porta dentro,che coltiva apparentemente come “portatrice sana” ,ma puntualmente ne rimane vittima ,debilitata e irriconoscibile.

E’una squadra che se analizza la propria storia è di diritto nella fascia medio alta di una ipotetica classifica quinquennale,ma con una media di rendimento il cui grafico al proprio cospetto farebbe impallidire quello dei mercati finanziari dello stesso periodo.

Sotto il profilo dei singoli risultati non abbiamo una identità…o se l’abbiamo è rappresentata dalla frase incisa nella parte bassa del nostro logo.

Non c’è squadra di fascia bassa che non ci abbia almeno una volta  messo “alla berlina” (non le cito per rispetto loro!). Mentre non risulta che questo sia mai accaduto ai vari: Boston T,Ufo Calcio a 5,Poggio alla Croce,Laureati…che al massimo hanno “impattato” su avversari di caratura.Noi invece spesso scivoliamo sulla “buccia di banana” e mentre ci avvitiamo per aria non ci preoccupiamo di recuperare almeno la dignità cercando di ricadere nel modo meno indolore possibile,ma facciamo di tutto per scomporci ed atterrare in malomodo di viso e magari…su una merda!

Perchè così ieri sera è stato…

Finché eravamo in campo,metarforicamente stavamo ancora per aria,con la possibilità di: recuperare l’equilibrio evitando di cadere o di cadere con le mani o in avanti e sbucciarsi appena o battere una bella culata ed eventualmente,come capita agli umili,di farci sopra una “risata” autoironica .

Siamo “scivolati” sulla “buccia di Ciquita”quando,passati in vantaggio,abbiamo come pensato di aver acquisito il diritto di vincere la partita.Abbiamo preso velocità (per aria) quando, subìto il pareggio,abbiamo creduto che fosse semplicemente un irrilevante incidente di percorso e che avessero “pescato il jolly”. Abbiamo presuntuosamente creduto di “rifagnene” subito un altro e invece “un altro”l’hanno rifatto loro.Eppoi un altro ancora!

Quante volte questo sbaglio…

Tante volte rimediato e altrettante no! Ma rimane che l’errore di base è stato in più occasioni commesso.

Ma tornando alla cronaca dell’acrobazia in atto,ormai appurato che saremo comunque impattati con il suolo,abbiamo deciso di farlo in maniera dolorosa e indegna,tirando i remi in barca e naufragando quando ancora la linea di galleggiamento era raggiungibile e,peggio ancora,facendo entrare il lato peggiore della sconfitta negli spogliatoi.

Una volta su questo blog fu postato un “pezzo” al quale faceva da cornice quella faccia di merda di quel bambino,icona della “Kinder”,con  lo slogan taroccato da “+LATTE-CACAO”

a “+UMILTA’-PRESUNZIONE”,e siccome la storia è fatta di cicli…eccoci a ri-denunciare questo pericoloso peccato capitale calcistico e ad invocare una rinnovato senso di umiltà.Era il secondo anno L.E. MAYA L.A.,l’anno successivo al primo in A1 dove timorosi di ricominciare ad inanellare brutte e sonore sconfitte,affrontammo “tutte” con l’umiltà da ultima della classe e infatti venne fuori un girone d’andata me-ra-vi-glio-so! Infatti le annuali figure di merda le facemmo nel ritorno. Chissà perchè…

Siamo una squadra che se “gira” nei singoli e fa blocco unico,sono cazzi per tutti ma questo non certifica l’essere alla pari con i primi.Siamo una squadra che se gira nei singoli ma non fa blocco unico,illude ma non rende. Siamo una squadra che se,non facendo blocco unico,ha qualche singolo in affanno…beh tornate con la memoria alla serata di ieri.

Il peggio però è esternarsi  e giudicare solo quello che sta facendo il compagno.Tante volte mi è successo.Tante volte ho urlato come un invasato,guadagnadomi l’alias che porto stampato sulla schiena.Tante volte ho giudicato e rimproverato un errore sull’istante,in campo a partita in corso senza rendermi conto di sbagliare molto più del compagno che rimproveravo.Ieri sera questo errore è stato commesso soprattutto da (e anche fra di se) i pezzi pregiati della squadra, coloro che devono trascinare i gregari.Da coloro che quando suonano la carica danno coraggio a tutti gli altri. E che invece in questo modo hanno issato “bandiera bianca” nella testa di tutti.Cos’è forse loro non possono commettere questo errore? Certo che sì,ma è anche innegabile che sia molto più incisivo e molto meno auspicabile.

Però se non vi dimenticate,c’è una “merda” che aspetta che ci si caschi sopra per completare l’acrobazia di cui sopra e allora cosa di meglio che portare e montare la polemica negli spogliatoi?

Evitiamo il paracadute dei “problemi” (anche se reali),delle giornate di lavoro estenuanti e della convenienza a stare a casa…Son tutte argomenti ,veri e che meritano rispetto,mache si tirano fuori quando le cose vanno male.Eppure,in quanto tali,sussistono anche quando si vince…

La scelta va fatta al momento di uscire di casa e non nello spogliatoio in conseguenza al risultato.E poi,dato che in “carenza di ossigeno” questi fattori si sommano e si moltiplicano esponenzialmente,evitiamo di esporre pensieri (giusti o sbagliati,opportuni o non…) “a caldo”. Meglio rimontare in macchina con i propri musi lunghi e alla prima mail o sms “di’cazzo” cancellare remore e amarezze contando i giorni che ci separano dalla partita successiva.

Detto questo,penso convenga rivestirsi di umiltà,ma ancor più di tolleranza verso l’errore del compagno. Se poi serve per prendersi per il culo,allora infamiamoci senza ritegno,ma c’è modo e modo…

Ora vò a mettimi una bistecca sull’occhio

…ADRIANAAAAAAAA!!!

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