L’ombra della partitaccia dopo due vittorie convincenti era nell’aria. Ormai la squadra si conosce troppo bene per non capire che proprio un avversario sulla carta abbordabile come il Dodo, può impersonare benissimo la tipica buccia di banana per la formazione di Bellariva. Il fattore ambientale di certo non aiuta: terreno pesante, palla indomabile e insidiose pozze d’acqua sono l'infame cornice per la quarta del girone d’andata contro un avversario che ne aveva presi 3 dall’Atletico, 4 dal Poggio alla Croce e 5 dal Boston T. Zero punti in classifica e palle già in rotazione vorticosa; ordine del giorno: scrollarsi di dosso l’etichetta di cenerentola del campionato prima possibile.
Il Dodo parte a 1000. I nostri avversari corrono tanto, mordono costantemente e pressano alti. Rispondiamo senza trovare il ritmo giusto per girare la palla, l’ansia di costruire si traduce così in passaggi precipitosi e imprecisi. Troviamo poco la porta, la buona precisione del Panza (per la precisione imbeccato dal 6Nervosoepurepermaloso) ci permette di realizzare su una delle pochissime volte in cui ci presentiamo davanti al portiere avversario. Il Dodo risponde, attacca con la bava alla bocca cercando la conclusione in ogni modo. Dobbiamo ringraziare più la scarsa precisione degli altri che la nostra puntualità in chiusura, per il resto un Bartesse in discreta forma ci mette una pezza.
Se alla fine del primo tempo c’è l’impressione di aver concesso troppo, nel secondo si capisce subito che si continuerà a soffrire. La costante della seconda frazione sono le numerose palle vaganti in prossimità della porta con la linea difensiva spesso in affanno quando si tratta di “ripulire” l’area di rigore. Sugli sviluppi di un calcio di punizione Isola pesca il jolly con una conclusione dalla lunga distanza che parte tesa insaccandosi dopo aver lambito il palo alla sinistra del portiere. Nonostante il doppio vantaggio si continua a soffrire. A coronamento di una prestazione indecorosa prendiamo un gol sulla stessa lunghezza d'onda: fendente rasoterra scagliato subito oltre la metà campo che passa attraverso una selva di gambe tra cui quelle del sorpreso Bartesse. Sul 2-1 si ricomincia a ballare con l’unico merito di tenere ben stretto il coltello fra i denti, supplendo con la rabbia alla poca, pochissima lucidità.
A una manciata di minuti dalla fine arriva il definitivo 3-1 del Bambino che devia in rete un calcio d’angolo suggellando la terza vittoria in tre partite (la prima di campionato ancora da recuperare).
Ci sono sicuramente tanti modi per vincere. La partita storta può starci, come anche giocare male; quello che non deve passare come normale è l’incapacità di costruire anche il “minimo sindacale”. Il canovaccio della partita sulla carta non era certo proibitivo: far girare la palla fino ad arrivare a consegnare la palla a Bomber Bani per sfruttare la sua capacità di innescare i compagni. Per lunghi tratti della partita il Bambino è rimasto senza rifornimenti e il Porcogallo senza sbocchi. Per questa volta abbiamo il privilegio di sorbirci la lezione mettendoci i 3 punti in tasca. Sarà difficile che possa accadere ancora.
Ti diho pubblihamente quello che ti ho già riferito tramite mail:
RispondiEliminaGRANDE VIGNETTA! O CHE SAI ANCHE DISEGNARE...