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giovedì 20 maggio 2010

I muscoli (e le tante facce) del Capitano


Capitano, Mediano col vizio del goal, il giorno prima lo trovi nell’edicola e il giorno dopo vai in edicola e lo trovi…sul giornale.

Stategli dietro al Parrino se ci riuscite…

Emanuela Ulivi, valente giornalista della Nazione, ha provato a sviscerare le diverse personalità del condottiero de L.E.Maya L.A. Quello che ne viene fuori è il ritratto di un uomo complesso e controverso, un affresco fatto di colori vividi e forti contrasti, collocato in una Firenze malinconica, deturpata, una Firenze che forse non c’è più.

Ecco, questo è quello che viene fuori dall’articolo…quello che non ci torna a noi invece è: ma che cosa si sono detti veramente il buon Parrino e la Ulivi?

Approfittando della macchinosità nelle prime applicazioni della legge anti-intercettazioni, siamo venuti in possesso del nastro originale e ve ne riproponiamo la trascrizione integrale:

Giornalista: Come va signor Parri?

Parrino: Alla grande. Stamattina mi so’ svegliato con comodo verso le 5, mi s’è inceppata la macchinetta del caffè e giù il primo vaffanculo, poi arrivando qua in bicicletta ha iniziato a piovere e bordaaa il secondo vaffanculo, ma se vole c’ho il terzo ancora incelofanato con lo sblindo.

G: Eh?

P: Poppp…via, voglio fare il signore. No dico, però se mi richiede un’altra volta come va il terzo vaffanculo è suo!

G: Ehm…capisco. Diceva che viene al lavoro in bicicletta, le piace vivere la città, è bella l’idea di rinunciare all’auto per una pedalata nel momento in cui la città si sta ancora svegliando.

P: No, ho preso la bici perché l’elicottero stamattina l’era ingolfato. Dove voi che me la parcheggi la macchina, ni’ buho d’icc…

G: Scusi scusi…ha ragione….parliamo di questo folle aumento da parte del comune del suolo pubblico? Come l’ha presa?

P: L’ho presa nello stesso posto in cui ho parcheggiaho la macchina…che vole vedere?

G: credo di no…

P: Son fori di testa quelli di’comune, e un lo capiscano che ci stanno stringendo i coglioni col fil di ferro…

G: le dispiace se scrivo “l’aumento della tassa sul suolo pubblico ci strangola”?

P: scrivi icchettuvvoi…ma a questi prezzi, più che il suolo pubblico sembra di pagare l’affitto di una di helle maiale d’alto bordo…

G: mettiamo una cosa tipo “con questo suolo pubblico così alto non è come pagare un affitto esoso?”

P: “Pagare in affitto Esoso’”…Esoso unnè un nome da maschio? Guardi già mi girano’oglioni, ci manca che mi fa fare anche la figura di’ buho…

G: E tutti questi ristoranti qui intorno?

P: Spuntano come funghi…eh, gli piace vince facile…chi me l’ha fatto fare a me di vende i’giornali…la gente già l’è analfabeta…’un legge una sega coi sordi in tasca, figuriamoci quande ce n’ha pohi: a mangiare ‘un ci rinunciano, fino a schiantare accidentalloro. Ingrassano come cignali, poi al massimo si comprano “Al Volante” perché nella macchina vecchia ‘un c’entrano più. Ma non “Quattroruote”…”Al Volante” che costa solo 1 euro. Ma vaffanculo…

G: e tre…certo ridurre un posto del genere a una specie di mega fast food…alla fine…questa piazza rischia l’autogoal no?

P: La piazza rischia l’autogoal??? Che t’ha detto? Ma chi c’è Isola? T’ha visto Isola?

G: scusi?

P: Isola…che l’è qui in piazza? Mi nasconda pe’ piacere che oggi ci manca solo Isola…sarà qui pe’ dire che c’ha i “problemini” e che stasera ‘un pole venire.

G: mi scusi…non la seguo…

P: Lasci fare, non importa. Se vole scrivere dell’autogoal lo scriva, tanto uno più uno meno…

G: Ma come la vorrebbe signor Parri questa Firenze?

P: Ma icchennesò…non so’ neanche icche’ trovo per cena…no, però aspetta, la mi moglie m’ha promesso lo spezzatino con le cipolle…

G: Possiamo dire quindi “ho ridotto progressivamente le aspettative sforzandomi di essere realista”…

P: Si questo un po’ l’è vero, le aspettative un po’ l’ho ridotte, ma anche lei pora donna unna’ sempre tempo pe’ fammi la ribollita, i’conigliolo fritto…poi aspetta…lo spezzatino co’ le cipolle e unnè miha facile, va saputo fare…

G: E ora dove va?

P: Ora vo via, voglio arrivà a casa prima di buio, che la mi figliola mi vede così poco che ci sta che nella penombra neanche mi riconosca.

G: ah, un’ultima cosa. Le farà piacere sapere che questa nostra chiacchierata finirà nella rubrica “Buongiorno Firenze”!

P: Eh, come no…pe’ l’occasione faccia una cosa.

Gli cambi il titolo…la chiami...“BONGIORNO UNA SEGA”!